Nascerà un gruppo di lavoro regionale per supportare i medici di medicina generale nell’assistenza domiciliare integrata. E’ il risultato del focus promosso da Logos.

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RAGUSA – Un’alleata della sanità pubblica, un sostegno concreto verso i pazienti. L’Assistenza Domiciliare Integrata al centro del convegno formativo dal titolo “Cure domiciliari integrate. Curare è prendersi cura”, organizzato da Logos e patrocinato dall’Asp 7 di Ragusa, Federfarma Ragusa e l’Ordine dei Medici di Ragusa. L’evento ha visto la partecipazione di medici, professionisti della sanità, caregiver e familiari di persone bisognose di cure a domicilio, con l’obiettivo di promuovere e approfondire il tema dell’Assistenza Domiciliare Integrata. Un’occasione di grande importanza tesa ad analizzare i punti di forza e di debolezza di quella che, probabilmente sempre di più, rappresenta la concreta soluzione rispetto all’obiettivo di ottenere meno ospedalizzazioni e cure più umanizzate direttamente a domicilio. Una “alleanza” tra soggetti diversi, pubblici e privati, quest’ultimi accreditati e scelti direttamente dai pazienti, che trova l’interesse anche della sanità pubblica, come ricordato dal manager di Asp Ragusa, Giuseppe Drago, intervenuto in apertura. Un confronto necessario, quello sviluppato anche nella seconda parte del convegno, con un’interessante tavola rotonda che ha permesso di analizzare i differenti punti di vista. Rosario Alescio, presidente di Logos, ha evidenziato come “l’Adi rappresenti la vera umanizzazione nella gestione della salute del paziente. Curare il paziente a casa aiuta con maggiore facilità la ripresa. Inoltre la sanità pubblica risparmia anche dal punto di vista economico. Occorre però anche supportare i medici di base, che spesso si trovano a gestire un numero eccessivo di pazienti e anche solo per attivare l’Adi deve confrontarsi con moduli e tempi non sempre rapidi. Ecco perché occorre lavorare tutti insieme per una sanità più vicina ai bisogni del paziente”. Ci sono realtà, come ad esempio il consorzio Sisifo, che solo nel 2023 hanno svolto un milione di prestazioni in tutta la Sicilia. Significa che i loro operatori hanno suonato al campanello dei pazienti siciliani un milione di volte e con loro sono entrati a contatto diretto con le singole problematiche facendosene carico insieme alle famiglie. L’Adi rappresenta dunque una positiva svolta che guarda già a margini di miglioramento anche rispetto all’attivazione del servizio, come spiegato da Mariella Baio, direttore tecnico di Sisifo Agrigento, che tra sfide e opportunità ha riconosciuto sia i benefici che le criticità dell’Adi. “Attivare il modulo richiede il suo tempo, ma il miglioramento è già in itinere grazie ai nuovi medici più formati e alla nuova mentalità di assistere a domicilio del paziente. Penso che l’assistenza domiciliare riduca i tempi di attesa per gli ospedali e le cure specialistiche, migliorando la qualità di vita del paziente” ha spiegato Baio, sottolineando come l’adozione di strumenti digitali e la velocizzazione dei processi logistici siano fattori chiave per l’efficienza del servizio. Tutto ciò porta a positivi impatti sulle famiglie e sul sistema sanitario. Caterina Testai, direttore sanitario regionale di Sisifo, ha spiegato che l’Adi rappresenta un’ottima soluzione per le famiglie che possono contare su una rete di supporto. E in tal senso nascerà, ed è questa la novità che esce fuori dal focus, un gruppo di lavoro regionale al servizio e a supporto dei medici di medicina generale e dell’intero sistema sanitario per favorire così l’assistenza del paziente a casa. “Il paziente, nel proprio luogo domiciliare, migliora da un punto di vista della compliance e dell’accettazione del percorso terapeutico. Per la sanità, rappresenta una riduzione dei ricoveri e degli accessi impropri al pronto soccorso. Oggi il paziente sa che se sta male va al pronto soccorso, ma deve sapere che c’è una nuova alternativa: la cura presso il proprio domicilio” ha sottolineato Testai. Tra gli interventi più significativi, quello del dott. Luca Giurdanella il quale ha evidenziato che l’Asp di Ragusa rappresenta un modello in Italia per l’attivazione di una centrale operativa che è in grado di monitorare tutto il percorso di assistenza al paziente. Il dott. Roberto Licitra invece in rappresentanza del sindacato Fmmg ha evidenziato l’impegno dei medici di medicina di base ragusani per favorire una maggiore qualità nell’assistenza al paziente e nello stesso tempo ha ribadito la necessità di ricevere un supporto che possa fungere da confronto. La nuova frontiera dell’assistenza a casa del paziente vede infatti nei medici di base come fulcro del sistema sanitario. Il dott. Lucio Schembari di Federfarma ha proposto un sistema in cui le farmacie potrebbero somministrare le terapie prescritte in modo organizzato. L’avvocato Andrea Nicosia ha invece portato l’attenzione sulla responsabilità legale connessa alla mancata attivazione delle dimissioni protette, sottolineando l’importanza della continuità delle cure. Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi esperti e relatori, tra cui il dott. Carlo Vitali, presidente dell’Ordine dei Medici di Ragusa, e il dott. Luigi Bianculli di Federfarma Ragusa. Moderato dal dott. Maurizio Carnazza, direttore tecnico della centrale operativa di Ragusa di Sisifo, il focus ha trattato temi cruciali come la necessità dell’Adi, il ruolo del farmacista nel territorio e gli aspetti giuridici delle dimissioni protette, offrendo così un’importante occasione di formazione e confronto per i partecipanti, promuovendo una sanità più vicina ai bisogni dei pazienti.

15 luglio 2024 ufficio stampa

Michele Barbagallo per MediaLive

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