RAGUSA – Produzioni più salutari e più nutraceutiche. Grazie all’introduzione di biostimolanti, in particolare microrganismi e di sostanze naturali, al posto di dannose sostanze chimiche, si riesce a garantire ugualmente un adeguato sviluppo delle coltivazioni in serra e ottenere un’ottima qualità del prodotto lasciando pressoché invariati i costi di produzione. Sono i primi risultati che emergono dal progetto “SoMiPrON” promosso da GoAbiomed (con capofila Agrikam e 22 partner) nell’ambito della sottomisura 16.1 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 e al centro di un approfondimento che si è svolto a Ragusa con l’intervento di docenti universitari ed esperti, intervenuti al convegno dal titolo “Sostanze naturali e microrganismi per la produzione sostenibile di ortaggi ad elevato valore nutraceutico” svoltosi presso il Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa. I primi risultati progettuali interessano la coltivazione in fuori suolo e piena terra di piante di pomodoro ciliegino utilizzando biostimolanti. Considerato il crescente interesse dei consumatori verso produzioni a basso impatto ambientale e i sempre più stringenti vincoli legislativi sull’impiego di agrochimici, l’utilizzo di biostimolanti gioca un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda le caratteristiche fisico chimiche dei prodotti e sia in termini di riduzione di utilizzo di fertilizzanti. All’interno dei campi sperimentali già realizzati negli ultimi due anni, l’utilizzo di biostimolanti costituiti sia da microrganismi (Trichoderma atroviride) applicati per via radicale, sia da sostanze naturali (idrolizzati proteici ed estratti vegetali) applicati per via fogliare, in grado di stimolare specifiche risposte vegeto produttive, fisiologiche, fisico chimiche e nutraceutiche nelle piante di pomodoro, hanno portato al rilevamento di dati significativi per il miglioramento produttivo. Un vero e proprio cambiamento di paradigma nell’agricoltura moderna, troppo spesso legata al mondo della chimica, che interessa anche l’aspetto economico. Con la moderazione del dott. Giuseppe Dipietro, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Ragusa, e con gli interventi, tra gli altri del prof. Giuseppe Colla dell’Università della Tuscia di Viterbo, del prof. Salvatore La Bella del Corissia di Palermo e del dott. Leo Sabatino ricercatore del Dipartimento Scienze Agrarie dell’Università di Palermo, sono stati esposti i dati legati ai costi che queste nuove tecniche hanno nelle produzioni orticole, con particolare riferimento a quelle di pomodori. Non ultimo, è stato portato all’attenzione dei presenti anche l’aspetto ambientale legato al post-produzione in cui i biostimolanti vengono impiegati nel compostaggio dei residui colturali per uno smaltimento in altri settori agricoli e per la produzione di pellets ai fini energetici. Il progetto, sviluppato da Prosea, continuerà nei lavori di ricerca e di produzione con lo scopo di standardizzare i metodi di coltura per renderli un domani punto di riferimento produttivo e commerciale.
12 dicembre 2022
ufficio stampa
Michele Barbagallo